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Tarocchi napoletani: esempio di facile lettura delle carte

Tarocchi napoletani: esempio di facile lettura delle carte

L’origine dei tarocchi

La Campania è da sempre terra dove la superstizione ha toccato la massima espressione, diventando oggetto di studio da parte di antropologi, etnologi, demonologi, che hanno provato a interpretare la presenza di così tante nozioni riferite al soprannaturale. A cominciare da Napoli, patria del gioco del lotto per finire alla divinazione con diversi metodi (fondi di caffè, carte, ecc). Una di queste forme di superstizione complessa è certamente la lettura dei tarocchi napoletani, una delle tante varietà di questo tipo di carte, usate per la divinazione, cioè per la previsione di eventi attraverso la loro lettura. I tarocchi napoletani prendono origine direttamente dalle carte napoletane ma al contrario di queste che sono 40, si compongono di 76 "lame", divisi in 22 arcani maggiori (detti anche trionfi) e 56 arcani minori. Il nome stesso delle carte, arcani, spiega quindi che vanno interpretati sapientemente dal cartomante che deve conoscere approfonditamente il significato di ogni singola carta. L'origine primitiva dei tarocchi, usati proprio per predire ed elaborare oracoli, risale ai tempi degli egizi e il mazzo più antico di tarocchi, dei quali rimangono soltanto 67 lame, è quello commissionato dal Duca di Milano, Filippo Maria Visconti intorno al 1440, che prese il nome dal casato nobiliare che lo commissionò, detto appunto "Mazzo Visconti di Modrone".  Le carte sono impreziosite da applicazioni in oro e dal simbolo araldico della famiglia. Una tradizione questa che si tramanda fin da tempi antichissimi dove ogni corte aveva il proprio mago- cerusico che faceva diagosi, divinava, consigliava sulle scelte più importanti dei sovrani. I tarocchi napoletani come tutti i metodi di predizione, richiedono l'interpretazione da parte di persone con una particolare sensibilità e che hanno manifestato evidenti doti innate, o doni speciali ,rispetto alla capacità non solo di prevedere gli eventi ma anche d'interpretare il passato e il presente, anche su persone del tutto sconosciute. Lo studio dei tarocchi è fondamentalmente una scienza paranormale che, al di la del lato esoterico, presuppone uno studio approfondito, non solo dei singoli significati associati a ogni carta, che pure sono innumerevoli, ma anche delle combinazioni di carte vicine, estratte prima o dopo, della posizione al diritto o al rovescio e del periodo che indicano. E' anche necessaria la conoscenza approfondita dell'astrologia. A ogni carta infatti è storicamente associato un mese e dei giorni che devono essere identificati e ricordati a memoria e collocati nel quadro astrale.Alcune stampe moderne riportano anche il lasso di tempo scritto in piccolo sul fondo della carta, in modo da agevolare l'interpretazione del cartomante. L'arte della divinazione affonda le sue radici quindi in riti antichissimi che si sono tramandati oralmente nei secoli come preziose tradizioni e che da sempre affascinano e incuriosiscono gli uomini.

L’interpretazione delle carte

Per leggere i tarocchi napoletani, che per loro natura riescono a essere molto precisi anche in base ai diversi metodi usati, bisogna iniziare dal significato generico delle carte. I 22 arcani maggiori o si riferiscono a periodo lontano nel tempo, sia che si tratti di futuro che di passato, mentre i 56 arcani minori si riferiscono ad avvenimenti vicini. Il contenuto simbolico e le raffigurazioni degli arcani maggiori dei tarocchi napoletani è estremamente evocativo rispetto a un'ispirazione che si divide tra quella ecclesiastica (Papessa, Giudizio, Torre, Il Diavolo, il Mondo, gli Amanti con riferimento agli angeli) e quelle invece di origine pagana, che affonda le radici nella credenze popolari di una cultura subalterna. Negli arcani minori non c'è la figura del cavallo e gli arcani minori si compongono di 10 carte con i classici semi di bastoni, spade, coppe, e denari, che rispettivamente corrispondo ai 4 elementi della natura e cioè il fuoco, l'aria, l'acqua, e la terra. A loro volta i semi nascondo altri significati associati a figure materne per le coppe, quelle paterne per i bastoni, la raffigurazione dello spirito nelle spade e quello dei denari per la materialità del corpo. Un esempio facile di lettura delle carte per tutti è quelle delle 25 lame, in cui evidentemente non si usa tutto il mazzo e dal quale bisogna escludere preventivamente il 4, il 5,il 6 e il 7 con il seme di spade e i 7 di bastoni e coppe. Si fanno mescolare le carte al consultante e si fanno tagliare con la mano sinistra, senza incrociare le game o le braccia. Il cartomante dovrà controllare le carte corrispondenti sotto i 2 mazzetti: se ci sono denari e coppe si tratterà di lavoro e amore e cosi via. Dopo aver chiesto conferma al consultante dell'argomento si procede col disporre sul tavolo una serie di 5 carte per ogni fila, da sinistra verso destra, altrimenti devono essere rimescolate. Se si è già esperti cartomanti si capirà subito il quadro generale del consulto e si dovrà individuare la carta che rappresenta il/la consultante per poi contare 9 carte, alla fine delle quale si definirà la carta a esso legata e che lo/la rappresenta.  Si continuano a contare le carte di nove in nove per avere il quadro preciso, arrivando a leggere per 5 volte 5 carte. Si interpretano quindi le carte e si può dare un responso molto preciso, sopratutto per quello che riguarda la sfera amorosa, per la quale i tarocchi napoletani sono tradizionalmente indicati. Nel caso in cui il mazzo sia tagliato dal consultante per 3 volte e non si riesca a individuare l’argomento del consulto bisogna rimandare in quanto le carte non hanno evidentemente intenzione di "parlare". A questo proposito è importante che tra il cartomante e il consultante si stabilisca una certa sintonia e che il luogo del consulto sia tranquillo e rilassato, per favorire una buona concentrazione. L'arte divinatoria dei tarocchi napoletani è universalmente conosciuta e storicamente esercitata da vecchie fattucchiere nei quartieri più poveri di Napoli e di altri centri, specie durante il Medioevo.

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